martedì 6 luglio 2010
I ciclisti stanno diventando come i calciatori?
Personalmente quando ci sono scioperi, sono sempre dalla parte dei ciclisti; per esempio ho condiviso appieno la loro protesta nella tappa milanese al giro 2009 (percorso con rotaie e automobili parcheggiate). Sono dalla parte dei ciclisti perchè la fatica è loro così come lo spettacolo e le emozioni che regalano, ma ieri, per la prima volta, non mi è piaciuto lo “sciopero” guidato da Cancellara. Se la motivazione (ancora da ufficializzare) sarà quella di un tracciato pericoloso, mi spiace ma, quello di ieri era un tracciato reso pericoloso solo dalle condizioni atmosferiche, non dall’organizzazione. Dopotutto, non sono caduti tutti gli atleti (a dirla politicamente nemmeno il 50% + 1), e questo significa che molti atleti hanno saputo guidare la bici con giudizio, hanno preferito la sicurezza al rischio. Vedere dei PRO che si fermano in gara mi ha ricordato troppo da vicino i calciatorimiliardaricapricciosi che fermano il gioco per un piccolo fallo e mettono in scena una loro tipica pantomima. Detto questo c’è da considerare che, la vecchia volpe Bjarne, avendo i fratellini lussemburghesi ammaccati nelle retrovie, abbia potuto “suggerire” una soluzione sindacale al Trenino di Berna (che peraltro all’arrivo a tirato un “Proco #io” ben documentato dalle telecamere), ma vedere il gruppo assecondare i desideri di un grande team non fa bene al movimento. Credo pure che, valutando le condizioni atmosferiche di ieri, molti atleti avrebbero potuto montare ruote a profilo basso in alluminio riducendo i rischi in discesa, ma evidentemente una scelta del genere non avrebbe fatto piacere agli sponsors… e quando c’è la pecunia di mezzo non c’è sindacato o gruppo che tenga, niente dimostrazioni in tv, niente reclami, allora via “rèce basse e pedalàr“.
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