mercoledì 22 settembre 2010

Garibaldi e i preti

(Questo post è un antipasto, sui futuri che verranno pubblicati, riguardanti le malefatte del Vaticano.)
Premetto che non ho mai avuto una gran simpatia per il Giuseppe nazionale, ma stavolta si.
Nell'Ottocento, anche dopo la Restaurazione, molti personaggi famosi cominciarono a difendersi dagli interessi clericali sul proprio trapasso, come Victor Hugo che fece sorvegliare la propria stanza da persone fidate a Giuseppe Garibaldi che lasciò in proposito un testamento chiarissimo:
"Siccome negli ultimi momenti della creatura umana il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s'inoltra e, mettendo in opera ogni turpe stratagemma propaga, con l'impostura in cui è maestro, che il defunto comp'è, pentendosi delle sue credenze, ai doveri di cattolico; in conseguenza io dichiaro che, trovandomi in piena ragione, oggi non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato di un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare.
E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi a un discendente di Torquemada". Giuseppe Garibaldi

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